Catechista teramano arrestato per pedofilia: in casa anche l'archivio dei suoi allievi

TERAMO – Laureato, ufficialmente disoccupato, di fatto impegnato come catechista in una parrocchia teramana, occasionalmente baby sitter e insegnante per ripetizioni private, sempre in mezzo e vicino ai bambini. Una persona alla quale “normalmente” i genitori affidano i loro figli. Senza nemmeno sospettare cosa si nasconda dietro quell’immagine e quei ruoli rassicuranti. Come riporta il quotidiano La Città questa mattina, da lunedì all’alba A.P., 36 anni di Teramo, è in  carcere a Castrogno su mandato della Procura presso la Direzione Distrettuale dell’Aquila con l’accusa di detenzione di materiale pedopornografico. Gli uomini della squadra investigativa della Polpost di Teramo, diretti dall’Ispettore Superiore Tazio Di Felice, l’hanno prelevato dalla sua abitazione a Teramo, dove vive da solo, e contestualmente gli hanno sequestrato computer, dischi rigidi, fotografie, cellulare, penne USB. Tutto materiale al vaglio degli inquirenti e che presto potrebbe portare a nuovi sviluppi delle indagini.

L’INCHIESTA
. Le indagini sul pedofilo sono scattate all’inizio del mese di settembre grazie alla coscienziosa segnalazione del titolare di un “phone center”: uno dei locali pubblici teramani che offre l’accesso a pagamento a internet a tariffe agevolate per le chiamate internazionali. Il gestore ha segnalato alla Polizia Postale un traffico anomalo di file tra Teramo e un sito internet russo specializzato in incontri, contatti, condivisione e scambio di materiale pedopornografico. Nonostante l’utente teramano non fosse registrato, alla Polizia Postale è bastato poco per associare quei file a colui che ha effettuato materialmente il download e risalire dunque all’identità del teramano. Una volta accertato in maniera inequivocabile il traffico di dati tra il sito russo (in quel Paese non c’è alcun vincolo specifico che impedisca la diffusione e condivisione di materiale vietato in Italia), l’internet poi teramano e poi, tramite dischi e chiavette, l’abitazione del sospettato, il sostituto procuratoreRoberta D’Avolio ha chiesto e ottenuto dal giudice la misura cautelare nei confronti di A.P.

DA IERI AGLI ARRESTI DOMICILIARI. Dopo l’interrogatorio di garanzia, il giudice ha concesso al catechista gli arresti domiciliari. Adesso il lavoro degli investigatori è concentrato sul materiale informatico sequestrato. Alcuni dettagli inquietanti emergono. Come la presenza di un archivio fotografico degli allievi del 36enne, a cominciare da chi frequentava i corsi di catechismo, ai ragazzi che frequentano la parrocchia e a tanti altri mezzi di comunicazione, come i messaggi sul cellulare di A.P.

LA CURIA: NON E’ CATECHISTA, NOI LO AIUTIAMO DA TEMPO. In serata l’Ufficio per le comunicazioni sociali della Diocesi di Teramo-Atri ha diffuso una nota in cui, confermando che A.P., il 36enne teramano arrestato per detenzione di materiale pedopornografico, «risulta in possesso del diploma triennale in ‘scienze religiose’», tuttavia precisa che «non ha mai svolto l’attività di catechista». «L’estraneità dell’interessato alle attività sopra citate – prosegue la nota della Curia teramana -, attribuitegli o dichiarate dallo stesso per comprensibili ragioni, non ci esime dal farci carico delle sue problematiche, che sono di natura esistenziale, sociale ed economica. Trattasi, infatti, di una persona rimasta sola (morte improvvisa della madre, suo riferimento importante, e assenza del padre non più in condizioni di farsi carico di lui) con estrema necessità di aiuto per bisogni molteplici». La Diocesi in sostanza conferma quanto lo stesso indagato, nel corso dell’interrogatorio dinanzi al gip, ha sostenuto, cioè di aver l’abitudine di trascorrere molto tempo negli ambienti della sua parrocchia: su questo aspetto già l’inchiesta della Polizia postale di Teramo stava svolgendo verifiche, in particolare rispetto ai contatti e alle relazioni che il 36enne intratteneva con i ragazzi che frequentavanoi corsi di catechismo. «In verità, già da tempo – prosegue la nota diocesana – famiglie e persone singole, appartenenti alla Chiesa locale e non, si sono fatti carico di aiuti concreti (vedi Caritas Diocesana) nei suoi confronti, anche nella ricerca di soluzioni lavorative e di integrazione sociale».